L'indicazione "Industry 4.0 ready" è una bella idea di marketing, ma non ha nessun valore
Nel corso degli ultimi anni abbiamo sentito spesso parlare di Industria 4.0, confondendola con il Piano Nazionale I4.0 e gli incentivi fiscali ad esso collegati per le imprese che decidono di rinnovare e ampliare i propri impianti, introducendo tecnologie finalizzate all'interconnessione dei macchinari e processi di fabbrica. Da questi concetti generali si è poi passati ad una serie di azioni più o meno in linea con lo scopo dell' Industria 4.0 e alcune "derive" e licenze poetiche come il tema dell' "Industria 4.0 ready", che sembra essere ancora oggi un grande mistero.
Sul tema dei macchinari di produzione 4.0 ready cerchiamo di fare chiarezza così da dare a tutti le conoscenze necessarie per dialogare con clienti e fornitori ed arrivare ad una corretta applicazione della teoria.
Secondo quanto ha scritto il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) al fine dell'applicazione dell iperammortamento ( e successive misure di CRI), il bene in analisi deve obbligatoriamente avere tutte le seguenti 5 caratteristiche:
- RO1. controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller);
- RO2. interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program;
- RO3. integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo;
- RO4. interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive;
- RO5. rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro.
Alcune Caratteristiche Obbligatorie citate sono di esclusiva pertinenza della macchina e devono essere quindi garantite dall OEM (RO1 e RO4); le altre sono a carico oltre che dell'OEM anche dell'azienda beneficiaria END USER. Quindi, all'atto pratico, basterebbe avere un CNC o PLC, oltre all'interfaccia semplice e intuitiva per potersi definire "Industry 4.0 Ready", ma facendo leva su questa ambiguità, molti end user si sono convinti di poter avere l'iperammortamento senza altri adempimenti....
L'OEM (cioè il produttore che commissiona la costruzione delle macchine con il proprio nome) non è tenuto a fornire nessun documento che dichiari il bene "Industria 4.0 ready"(peraltro di scarso valore), ma può far "certificare" il rispetto di alcuni requisiti. Consulenti o professionisti che rilasciano quel tipo di documenti danno seguito ad una bella iniziativa di marketing, ma poco altro. Inoltre, la normativa chiede la terzietà del perito per macchine sopra i 500.000 euro (dal 2020 il valore scende a 300.000) e in questi casi la "certificazione" di un certificatore pagato dal costruttore non convincerebbe nessun ispettore.
In conclusione, un approccio serio è quello che vede il costruttore presentarsi insieme ad un consulente per la digitalizzazione dal cliente, sottoscrivendo un impegno per il soddisfacimento di tutti i requisiti. CHIEDI SUBITO LA TUA CONSULENZA GRATUITA DI 30 MINUTI CON IT DISTRIBUZIONE PER LA DIGITALIZZAZIONE E L'INDUSTRIA 4.0
Noi siamo il Partner Tecnologico per le aziende che intendono avviare percorsi di cambiamento in ottica di un miglioramento delle performance e un'ottimizzazione dei processi produttivi.
Rappresentiamo il punto di riferimento, supportando e assistendo l'Azienda lungo tutto il processo di innovazione: dall'analisi delle criticità all'individuazione degli ambiti di intervento, dalla scelta delle soluzioni software ideali alla loro implementazione fino alla formazione e alla consulenza nella gestione dell'operatività.
La trasformazione digitale si svolge grazie ad un intensa collaborazione durante le diverse fasi di realizzazione del progetto da parte di tutti gli attori coinvolti. Obiettivi semplici e misurabili, pianificazione macro delle attività, programmazione nel breve periodo e monitoraggio costante dell'avanzamento sono i punti chiave del nostro lavoro.
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Milena Gherardi (15/10/2020)
